26/02/07

Abelardo: ragione e passione

''Ripresento un gigante del pensiero sul quali noi nani ci appoggiamo per vedere un po' del nostro futuro''. Cosi'il vicedirettore del Tg5, Andrea Pamparana, parla all'ADNKRONOS del suo nuovo libro Abelardo. Ragione e passione (Ancora, pp. 251, euro 16) che giovedì 1 marzo alle ore 17,30 sara' presentato dall'autore nell'Aula Paolo VI dell'Universita' Lateranense (Piazza S. Giovanni in Laterano, 4 - Roma) con gli interventi di Mons. Rino Fisichella, rettore della Pontificia Universita' Lateranense (PUL) e autore della prefazione al volume, Mons. Antonio Livi, decano della Facolta' di Filosofia della PUL e Roberto Di Ceglie, docente di Filosofia della Religione della PUL. Il libro costituisce la seconda parte di una trilogia medioevale iniziata con Benedetto. Padre di molti popoli e che si chiudera' con un volume dedicato alla figura di Bernardo di Chiaravalle, in libreria il 1 marzo del 2008.

''Il mio Abelardo -spiega Pamparana- e' molto piu' vicino a me di quanto lo sia stato Benedetto e di quanto lo sarà Bernardo di Chiaravalle. E' un uomo molto moderno, espressione piena del XII secolo, un tempo di grande luce a dispetto di quel che comunemente si racconta. Cento anni in cui riluce una grande sapienza che si distribuisce in tutta Europa anche attraverso il cammino delle universita'. Ma Abelardo -ci tiene a far notare l'opinionista de Il Tempo - e' anche un bell'uomo, ha grande charme, piace alle donne. Ed e' amato dagli studenti, che lasciano le loro case di campagna e compiendo percorsi duri corrono numerosi ad ascoltare e a disputare con il Maestro sui grandi temi dello spirito, della filosofia e della teologia''.

''Meraviglioso nelle sue contraddizioni -aggiunge il giornalista Mediaset- Abelardo ha una caratteristica peculiare: non si accontenta del gia'-dato ma vuole discutere con l'autorita'. E' padrone cioe' di una dialettica che porta con forza sia nell'arte del ragionare sia nella vita''. Quanto alla fortuna del pensatore, ''e' stato molto spesso trascurato negli studi perche' l'interesse per questa figura ha privilegiato il grande amore che lo ha legato ad Eloisa''. Di fatto i suoi Carmina amatoria sono piu' conosciuti della Dialectica, ma il maestro Palatino e' in verita' piu' filosofo che poeta.

Fonte: AdnKronos Cultura

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