13/03/07

Dea Madre

A febbraio 2007, in libreria per Electa il volume Dea Madre, che fa il punto su un ricorrente tema antropologico: il culto della Dea Madre.
Intorno agli anni Quaranta, cominciò ad affermarsi un nuovo indirizzo di indagine archeologica, basato sull’interpretazione dei miti più antichi, come memorie cifrate in attesa di decodifica. Alcuni studiosi scelsero di affrontare l’argomento della Dea Madre, dibattuto e controverso fin dal 1861, da quando Bachofen coniò questo termine ipotizzando l’esistenza di un’epoca patriarcale basata su un sistema ginecocratico. Il volume nasce dall’esigenza di considerare le differenti posizioni assunte da archeologi, mitologi ed etnologi, escludendo per la complessità del tema posizioni di generalizzazione o categoriche. I curatori del volume ritengono che il culto di una Grande Dea della fertilità sia esistito in momenti storici e in aree geografiche particolari.
Per contribuire a una serena rivisitazione di questo appassionante argomento, il libro si correda di una serie di documenti archeologici inediti messi a disposizione dal Centro Studi Ricerche Ligabue di Venezia. Attraverso qualificati interventi specialistici, si focalizzano le posizioni precostituite, pro e contro, e si misura fino a che punto e fino a quando il mito di una Grande Dea abbia orientato alcune delle più antiche culture in diverse regioni geografiche.
Nelle pagine di questo volume il tema della donna, o più precisamente della Madre, come mito maggiore, viene anzitutto recuperato dalla filosofia, nella molteplicità delle sue espressioni. Da qui si inizia per ripercorrere le tappe fondamentali del suo sviluppo, partendo dalla preistoria e dalla protostoria per poi addentrarsi nel nuovo mondo del retroterra elamita: il Trans-Elam e i suoi prolungamenti lungo i margini dell’Asia Centrale, dalla Battriana al Turkmenistan, passando per l’affascinante Margiana con i suoi palazzi del tutto inattesi e la sua arte pervasa da un profondo senso dell’umano. Infine, a conclusione, si raggiungono le terre dell’America precolombiana.
Queste le linee direttrici di un’opera che cerca di coordinare i risultati più diversi, tecnici ma anche artistici, e i nuovi documenti archeologici, con un metodo d’approccio divulgativo.

(Fonte: http://www.electaweb.it/electa/ita/ufficio_stampa/8-1456-1.jsp)

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