31/10/07

Gli Olocausti Dimenticati


Riceviamo e segnaliamo:

Mercoledì 7 Novembre, alle ore 18
presso il “Caffè Storico Garibaldi” (Via Quattro Canti di San Francesco 28r– Genova) in occasione dell’uscita del numero speciale dedicato a “Gli olocausti dimenticati” incontro-aperitivo con la Rivista bimestrale “Storia Verità”.
Introdurranno:
Mariarosaria Murmura e Maurizio Gregorini dell’Associazione Opera Prima.
Interverranno: Enzo Cipriano (editore della testata STORIA VERITA’), Alberto Rosselli (direttore editoriale della rivista).
Saranno presenti i collaboratori della rivista: Gianni Bernabò Brea, Mario Bozzi Sentieri, Bruno Pampaloni, Roberto Roggero.
La Sua partecipazione è particolarmente gradita.
Segreteria organizzativa Opera Prima - 3478105412
Per informazioni 010/8375357 o 0185/720912

Il termine di genocidio (dal greco ghénos, razza, stirpe e dal latino caedo, uccidere) è entrato in uso soltanto nel Ventesimo secolo, in concomitanza con l’esplodere dei conflitti mondiali e globali. Nell’antichità gli eserciti vincitori erano autorizzati, in forza da una sorta di regolamento non scritto, ma da tutti rispettato ed applicato, a saccheggiare le città e i territori strappati al nemico e a fare schiavi. Difficilmente, però, si assisteva a stermini di massa ai danni dei popoli vinti che di preferenza venivano assoggettati e inglobati, vuoi appunto come schiavi, vuoi, come accadde spesso in epoca romana, come ‘federati’. Il genocidio (termine genocidio coniato nel 1944, in riferimento allo ‘sterminio armeno’ perpetrato dai turchi tra il 1915 e il 1918, dal giurista polacco di origini ebraiche Raphael Lemkin) ovvero lo sterminio totale della parte vinta, emerge dunque con prepotenza in stretta relazione con l’avvento delle guerre ideologiche e/o a rinnovato e innovativo contenuto tecnologico. Detto questo, moltissimi ‘genocidi’ del XX secolo o ancora in atto, ai giorni nostri, sul pianeta che ci ospita, risultano poco noti, se non del tutto sconosciuti. Ragion per cui, con questo numero monografico (e con il successivo), StoriaVerità si è posta come obiettivo quello di ricordare al grande pubblico quelli maggiormente negletti, cioè ‘dimenticati’ o ripercorsi troppo frettolosamente dai ricercatori, vuoi per condizionamenti ideologici (vedi quello cambogiano), vuoi per sottovalutazione della questione (la soppressione delle cultura indiana nordamericana), vuoi addirittura per cancellazione ope legis (l’olocausto armeno’). Consci del fatto che la Storia non è – come molti credono ed auspicano - un formaggio svizzero ricco di buchi che non si debbono o possono riempire, ma un qualcosa da analizzare in toto, StoriaVerità ha deciso di scendere in campo per sfatare, anzi combattere, questo dannoso oltre che sleale paradigma... Una testata di ‘ricerca storica’ come la nostra ha infatti – diremmo per statuto deontologico - il dovere di scoprire, raccontare e riempire questi buchi, sen non altro per ridare alla Storia stessa dignità di esperienza vissuta e subita (anche drammaticamente), dando una continuità temporale e reale allo svolgersi degli avvenimenti, anche a costo di infastidire o scandalizzare. D’altra parte, StoriaVerità è una testata non certo ‘politicamente corretta’ (viva Dio) ed ama quindi mettere le mani ad argomenti scomodi, senza ipocrisie o ‘buonismi’ d’accatto….

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