07/01/08

Gli astri celesti ci parlano - Intervista a Vittorio Messori


Cosa pensa Vittorio Messori, uno dei più autorevoli scrittori cattolici del nostro tempo, amico di due Papi con i quali ha avuto l’onore di firmare dei libri, dell'astrologia? Il Nostro non condivide il pensiero negativo di alcuni ecclesiastici a tale riguardo e in un suo recente volume “Emporio Cattolico” (SugarCo Edizioni) fa un’ampia e documentata difesa di queste pratiche.
"Premetto che io difendo l’astrologia seria, tradizionale, frutto di calcoli complessi e di studio", spiega Messori. "Purtroppo una buona parte di quello che oggi va sotto il termine di “astrologia” non è assolutamente da tenere in considerazione. Spesso gli oroscopi vengono eseguiti da persone impreparate. Parlo per esperienza personale. Da giovane ho lavorato al quotidiano “La Stampa” di Torino. Se l’astrologo ufficiale non mandava in tempo il suo elaborato, lo facevano noi in redazione, a turno, scrivendo cose ovvie. Ma esiste anche l’astrologia vera, una sapienza tramandata da millenni e che ha unificato popoli e culture. L’astrologia non è un fatto solo Occidentale, anzi. E’ nata in Oriente, era praticata in Mesopotamia, in Cina, in India. Anche culture isolate come quelle delle americhe prima di Colombo, avevano sviluppato enormi conoscenze astrologiche."
Domanda. Dottor Messori, nella sua argomentazione in difesa dell’astrologia lei cita i Magi, i Vangeli, i Padri della Chiesa, san Tommaso D’Aquino. Pare quindi che l’astrologia sia parte importante del Cristianesimo.
Risposta. "Non si deve dimenticare che la nascita di Gesù è stata annunciata sì dai profeti dell’Antico Testamento ma anche dagli astrologi. Nel Vangelo di Matteo si racconta dell’arrivo a Gerusalemme di tre Magi, che altro non erano se non sapienti astrologi della Mesopotamia, probabilmente di Babilonia, al tempo la capitale dell’astrologia. I Magi chiedono dove si trovi il Re dei Giudei e dicono: “Abbiamo visto la sua stella nei cieli e siamo venuti ad adorarlo”. Da questa frase si capisce bene che i Magi avevano scrutato il cielo e avevano eseguito dei calcoli concludendo che era nato il Messia di Israele. Quasi certamente, stando agli astronomi di oggi, nell’anno in cui nacque Gesù ci fu la luminosissima congiunzione di Giove e di Saturno nella costellazione dei Pesci. E per l’astrologia dell’Asia, questo significava la nascita del Re degli Ebrei. Possiamo dire quindi che all’origine stessa della Fede cristiana ci sarebbe anche una testimonianza di tipo astrologico fatta da sapienti che videro il verificarsi di un evento fondamentale come la nascita di Cristo, osservando il cielo a migliaia di chilometri di distanza. Gesù stesso, nei Vangeli, dice di stare attenti ai cieli. Dice che il suo ritorno, alla fine dei tempi, sarà evidenziato da segni “nel sole, nella luna e nelle stelle. Sono convinto che i cristiani debbano essere prudenti nel rifiutare “in toto” l’astrologia e penso che un certo modo di valutarla da parte di alcuni uomini di Chiesa sia troppo sbrigativo e superficiale."
D. Allora è certamente sbagliato condannare le previsioni come ha fatto qualcuno.
R. "La prospettiva cristiana porta a rifiutare l’esoterismo quando diventa superstizione. Ma rifiutare in blocco tutta l’astrologia sarebbe un gesto poco ecumenico. Tutte le religioni e tutte le culture antiche hanno “usato” l’osservazione degli astri anche come segno soprannaturale. I teologi cristiani, compreso il maggiore fra loro e cioè san Tommaso d’Aquino, hanno sempre studiato con interesse l’astrologia. Ovviamente quella seria. A questo proposito, San Tommaso dice chiaramente che: “Astri inclinant non necessitant” e cioè che gli astri “favoriscono” un’inclinazione nel comportamento dell’uomo, ma non lo “costringono” a quel comportamento. L’uomo resta libero e responsabile delle proprie azioni. Molti Papi del passato avevano un astrologo personale. Nel Medioevo e nel Rinascimento, alla corte del Papa vi erano l’Archiatra pontificio, che era il medico, il Capo Cuoco, il Teologo pontificio ma anche l’Astrologo Pontificio, una carica ufficiale. E poi, l’astrologia si inserisce perfettamente nella visione dell’universo creato da Dio."
D. In che modo?
R. "Alla base del discorso astrologico c’è il concetto che tutto, nell’Universo, è legato, è connesso, perché tutto è creato da Dio. Nella visione filosofica e teologica antica, l’uomo non era isolato ma faceva parte di un sistema di cui Dio è il Creatore. Oggi siamo ossessionati dalle specializzazioni e abbiamo spesso una visione spezzettata della realtà. Ma la visione religiosa del creato prevede ogni cosa legata all’altra a formare un “tutto”. In questo contesto non c’è nulla di strano nel fatto che sull’uomo abbiano influenza gli astri."
D. Quale è secondo lei l’atteggiamento che un cristiano dovrebbe avere nei confronti dell’astrologia?
R. "Il cristiano dovrebbe avere sempre l’atteggiamento di “apertura critica”. Non negare la possibilità ma nello stesso tempo esaminare e controllare. La Bibbia dice che ci sono dei “veri” profeti e dei “falsi” profeti. Il cristiano può prendere sul serio l’annuncio del futuro, anche se si tratta di una previsione derivata dall’osservazione degli astri, ma è chiamato anche a vigilare, a discernere, per non cadere nelle mani dei falsi profeti."
D. Lei si è mai fatto fare l’oroscopo?
R. "Mi è capitato di incontrare degli astrologi molto preparati. Da queste persone mi sono fatto fare l’oroscopo. Due cose mi hanno notevolmente impressionato. La prima è che astrologi diversi, non in contatto tra loro, sono giunti alle medesime conclusione studiando il cielo alla mia nascita. E la seconda, il fatto che hanno saputo dirmi cose del mio carattere che solo io posso conoscere. Sono esperienze che hanno contribuito a rendere aperta la mia mentalità sull’argomento."
D. Ci sono delle profezie, per esempio di Nostradamus, il principe degli astrologi, che si sono realizzate in pieno?
R. "Esistono delle previsioni astrologiche che sono davvero un enigma. Pensi alla Rivoluzione francese. Fin dal X secolo, sapienti persiani e anche occidentali indicavano una certa data, il 1789, come la fine del mondo conosciuto e l’inizio di una nuova era. Una data che sarebbe stata “la rottura dei tempi”. In quell’anno scoppiò la rivoluzione francese, evento che sancì la nascita del mondo moderno. Nostradamus scrivendo verso la metà del Cinquecento, prevede esattamente quello che sarebbe successo nel 1791, in piena Rivoluzione francese, cioè la fuga del re Luigi XVI e il suo arresto, avvenuto la notte del 21 giugno 1791, in una piccola località delle Ardenne francesi che si chiama Varennes. Ebbene Nostradamus, scrivendo 236 anni prima cita esattamente il nome di quel luogo e indica anche il nome del sindaco che la governava. La previsione di Nostradamus è davvero sconvolgente e non basta il calcolo delle probabilità a spiegarla. Georges Dumezil, che è stato uno dei maggiori intellettuali francesi, docente prestigioso del Collège de France e maggiore specialista della cultura indo-europea, colpito dall’incredibile coincidenza, dedicò un intero libro a questi versi da titolo “L’enigma di Varennes”. “Io ero un razionalista, non credevo alla possibilità di poter prevedere il futuro - scrisse - ma di fronte a questa quartina di Nostramasus debbo riconoscere che siamo di fronte a un mistero”."
D. C’è differenza tra le profezie degli astrologi e quelle dei “veggenti” mistici, cioè quelle persone che fanno previsioni affermando di averle ricevute dalla Madonna o da qualche santo?
R. "C’è una grande differenza. L’astrologo vero è in fin dei conti uno scienziato. Ricordiamo che l’astrologia nasce l’astronomia e millenni di osservazioni dei cieli da parte degli astrologi hanno permesso poi a Copernico e Galileo di mettere le basi dell’astronomia moderna. L’astrologo vero è un sapiente, un uomo colto e istruito che ragiona su fatti precisi, esegue calcoli, consulta tabelle complesse. I veggenti invece, i profeti, le persone che hanno visioni o apparizioni, rientrano in una sfera diversa, che coinvolge il soprannaturale, quello che non si può spiegare. Essi riferiscono semplicemente quello che il Cielo ha loro comunicato. La cosa straordinaria è che i veggenti spesso sono poco istruiti, a volte analfabeti, ma lo stesso portano messaggi profondi e complicati."
D. Nel suo libro “Ipotesi su Maria”, lei si lamenta perché nessuno tra gli studiosi cattolici ha mai fatto una seria ricerca per constatare se le profezie fatta dalla Vergine nelle varie apparizioni si siano avverate e in che misura. E porta ad esempio una ricerca fatta da lei stesso riguardante una previsione della Madonna nelle apparizioni a La Salette. Di cosa si tratta?
R. "Il 19 settembre del 1846 in una località delle Alpi francesi sopra Grenoble che si chiama La Salette, la Madonna apparve a due pastorelli. E’ un’apparizione riconosciuta dalla Chiesa tanto che in Francia, dopo Lourdes, quello più affollato è proprio il santuario a la Salette. Durante l’apparizione la Madonna piangeva, addolorata per i peccati degli uomini. Disse che ci sarebbe stata una punizione e che “le uve sarebbero marcite”. Io sono andato a studiare cosa successe all’uva in Francia dopo il 1846 e ho scoperto cose incredibili. L’anno dopo le apparizioni, fece la sua comparsa un fungo parassita che aggredisce l’uva, spargendo una malattia detta “oidio”. Si tratta di una malattia della vite che mai si era vista in Francia prima di allora. Fece moltissimi danni e quando scomparve, si manifestò subito la filossera, un pidocchio microscopico che distrusse la metà dei vigneti di tutto il Paese. Venne trovato un rimedio per la filossera ma comparve immediatamente la peronospera, una malattia sconosciuta in Europa ed originaria dall’America. Le poche viti che erano riuscite a scampare ai due flagelli precedenti vennero annientate dal nuovo male. Ho fatto delle ricerche negli archivi e nelle biblioteche francesi: in Francia non esiste una sola specie di vite che sia anteriore al 1847. Tutte quelle allora già esistenti morirono. Una terribile previsione che si avverò in pieno."

(Fonte:www.segnideitempi.net)

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