24/02/08

Un Cristo per l'India

L’India è il fascino di esotiche spiritualità: l’Occidente, a fronte della radicale alterità del mondo orientale, agli esordi ha cercato di squalificarle come frutto di ‘barbare superstizioni’ – confermate da assurdità quali adorare una vacca o bruciare una vedova sulla pira funeraria del marito. Con la progressiva scoperta della profondità di quelle sapienze millenarie l’Occidente andò mutando il proprio giudizio, e anche l’India – prima quasi refrattaria all’Occidente e alla sua principale espressione religiosa, il cristianesimo –, cominciò ad aprirsi al confronto. Il risultato furono straordinari meticciamenti culturali che da un lato videro la nascita del c.d. neoinduismo, ove il dialogo tra cristianesimo e induismo giunse fino a proporre, ad esempio, Gesù Cristo come un avatara dell’Assoluto o la Trinità quale espressione del sat-cit-ananda svelatoci dai Veda e dalle Upanishad; e dall’altro videro sorgere dottrine esoteriche suggestionate dalla Teosofia o da presunti viaggi di Gesù in Oriente. Meticciamenti che alla fine sfociarono sia nei nuovi movimenti religiosi sorti attorno all’insegnamento di guru quali Aurobindo, Yogananda, Osho e Sai Baba, sia, in tempi più recenti, nelle molteplici e differenti suggestioni del New Age.
Col passare dei decenni il discorso intellettuale si complica ulteriormente, dapprima esprimendosi nel tentativo di trovare punti di contatto fra cristianesimo e induismo tramite la mediazione delle rispettive mistiche, come ad esempio fece il monaco benedettino H. Le Saux; quindi passando ai tentativi di tradurre le teologie della liberazione latino-americane nel contesto asiatico, traendo ispirazione da un lato dal marxismo, da Gandhi, o dalla ricchezza spirituale delle molteplici religioni del continente asiatico; e dall’altro dal tentativo di rispondere a situazioni limite quali quelle dei Dalit, degli Adivasi, delle donne e dell’ambiente. Si giunge così ai più recenti tentativi di trovare una conciliazione fra l’Assoluto, perno di molte tradizioni orientali, e la Storia, cardine del pensiero occidentale: quella Storia in cui si è svolta la vicenda di Gesù – un unicum per il cristianesimo irriducibile ad alcun avatara dell’Assoluto.
Problematizzando l’interazione fra Oriente e Occidente tramite i paradigmi offerti dall’incontro fra induismo e cristianesimo, il testo analizza le varie forme assunte nel corso della storia dall’incontro/scontro fra due dei più complessi sistemi simbolici dell’umanità, e le provocazioni che ne sono risultate per i rispettivi codici di senso.

(Nicola Mapelli, L'Assoluto e la Storia. Oriente e Occidente a confronto, Bulzoni Editore)

Nicola Mapelli (P.I.M.E.), laureato in Scienze storico-religiose (Università La Sapienza) e in teologia (Università Urbaniana), ha vissuto e operato per dieci anni nell’isola di Mindanao (Filippine) e ha compiuto viaggi in vari paesi asiatici e in Amazzonia. Tra i suoi lavori segnaliamo Oceania. Oltre l’orizzonte dei Mari del Sud (Bulzoni 2006); Ecologia e religione. Il fenomeno dell’ecoterrorismo (SMSR 2006); New Age e cristianesimo (in AA.VV., Il New Age. Volti dal passato, nel presente e per il futuro, Bulzoni 2007) e Tra induismo e cristianesimo (Prometeo 2007).

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