05/01/09

Mircea Eliade esoterico

E’ proprio vero che i migliori libri su argomenti “apparentemente” specialistici sono scritti da non specialisti. Il professor Marcello De Martino glottologo, linguista, docente di lingua e letteratura latine presso l’ Università di Harvard, ha pubblicato sul grande storico rumeno delle religioni, un libro che da solo vale tanti altri ponderosi studi, scritti da insonni e togatissimi colleghi di Mircea Eliade. E questo per due ragioni: una euristica e una metodologica.
In primo luogo perché il professore romano studia un aspetto spesso sottovalutato dalla critica, ma anche abilmente nascosto, dallo stesso Eliade sotto il fitto bosco della sua produzione scientifica. Quale? Quello del lato esoterico del suo pensiero. O se si preferisce, come nota De Martino, sciamanico.
In secondo luogo, perché ne seziona gli scritti puntando su un’accuratissima eziologia dei romanzi e diari di Eliade, trascurata dagli specialisti. Usando con mano virtuosa lo strumento filologico e quello dell’analisi comparativa dei testi.
Probabilmente il merito principale del Mircea Eliade esoterico è di muoversi al confine tra storia delle idee e, semplificando, filologia. In certo senso, De Martino proprio per il suo “non specialismo”, vede cose che gli storici delle religioni mai hanno visto né vedranno… In certo senso, se ci si passa la battuta, anche il coltissimo professore romano è uno sciamano, che danza sinuosamente tra filologia e storia delle idee, ipnotizzandoci, mentre siamo tutti accovacciati intorno al grande fuoco vivo della scienza, fuoco che brilla nella notte senza luna dei nostri bui tempi...
I “non detti” di cui parla il titolo si riferiscono al rapporto tra Eliade e Culianu, suo allievo (anche se non tecnicamente), in certa misura sopportato; l’esoterismo, appunto; i legami acclarati con la “Guardia di Ferro” rumena. Del resto è noto, soprattutto in psicologia e psicanalisi, come i rapporti fondati sul “non detto” e sulle non (franche) ammissioni delle proprie debolezze non facilitino le relazioni, fino al punto di rovinarle.
Il che spiega perché, come il Pietro dei cristiani, incapace talvolta di ammettere la natura vacillante della sua fede, tradì tre volte Gesù, anche Eliade, in certa misura tradirà Culianu, la Guardia di Ferro, e l’esoterismo. In favore della sua solitudine di scienziato, tutto dedito, soprattutto nel periodo americano (dal 1955 alla morte), allo studio accademico della storia delle religioni.
Però a differenza di Pietro, Eliade, non sarà la prima pietra di nessuna nuova chiesa tradizionalista (nel senso guénoniano ed evoliano del termine), o addirittura esoterista. Vivrà per se stesso, come uomo e scienziato, ma in funzione delle sue passate "debolezze". Lasciando lo “sciamano-Eliade”, di cui parla De Martino, aggirarsi, lento e silente, per gli scivolosi meandri del suo inconscio individuale. Per affacciarsi, qualche volta, in alcune pagine meno sorvegliate dei suoi diari.
Una precisazione: quando si parla dell’esoterismo di Eliade - e qui De Martino è lapidario - il lettore non deve assolutamente pensare, se ci si passa la caduta di stile, a un Eliade-Otelma, dedito a strani riti propiziatori e magici. Ma a un Eliade consapevole di un fatto importantissimo: che se si accetta l’idea che il sacro è un elemento strutturale delle coscienza umana, non è neppure possibile negare la forza tremenda e sconosciuta del linguaggio pre-riflessivo.
Un linguaggio, che va sì interpretato essotericamente, mediante il galateo della scienza, ma anche esotericamente, e non come strumento pre-scientifico, proto-scientifico o post-scientifico, ma trans-scientifico. E dunque “attraverso” quegli strumenti di lavoro individuale su stessi, appresi da Eliade nel corso del suo giovanile soggiorno in India e delle sue indagine sullo sciamanesimo. Ricerche sviluppate anche alla luce dello studio, tra gli altri, del pensiero di Evola e Guènon.
Siamo perciò davanti a un libro ricchissimo, ai cui contenuti e meriti, abbiamo qui solo rapidamente accennato, ma di cui consigliano vivamente la lettura. Con l’augurio che Marcello De Martino, come prossima fatica, ci offra una altrettanto ampia ricostruzione del volto essoterico di questo grande storico delle religioni. Restituendo così alla scienza della cultura il ritratto integrale di Mircea Eliade. Accademico e sciamano al tempo stesso. (Ed. Settimo Sigillo)
(Autore: Carlo Gambescia)

Addendum

Carlo Gambescia, autore della recensione,
è un colto e preparato sociologo, studioso del pensiero di Sorokin e autore di saggi importanti sull’economia e il mercato. Scrive su numerosi quotidiani e riviste. Di lui segnaliamo "Viaggio al Termine dell’Occidente" (Edizioni Settimo Sigillo) di cui speriamo di occuparci prossimamente.

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