23/10/09

Giganti: un'ipotesi da verificare

Proponiamo di seguito un intervista effettuata dalla redazione di OOPART.it al ricercatore indipendente Daniele Piras, autore del libro “Giganti, le prove storiche di un antica esistenza in Sardegna e nel mondo”.

Come è nata l’idea di questo libro?
Conoscevo già da tempo le antiche cronache sui Giganti, specie quelle documentate dai testi sacri e dagli storici del passato, ma quando ho avuto modo di sentire persone viventi in Sardegna che denunciavano la sparizione dei reperti ho ritenuto utile raggrupparle in modo tale da rendere possibile una loro analisi comparata nonché un confronto con le testimonianze più antiche.

Per quale scopo secondo lei la scienza o meglio il mondo accademico e così restio a riconoscere la veridicità di queste scoperte?
L’impatto su quanto è stato scritto finora sarebbe tale da comportare la riscrittura di molte pagine dei testi canonici, specialmente quelle riguardanti la paleoantropologia e l’evoluzione dell’uomo. Per questo motivo si preferisce ignorare certe verità o metterle a tacere.

Come si giustifica la presenza di tante prove distribuite nel mondo, in quale continente si ha la frequenza maggiore di ritrovamenti?
La quantità ed eterogeneità di prove e testimonianze è certamente un indice della veridicità dell’argomento e della sua validità storica, ma non credo ci sia stato un continente con una maggiore concentrazione di ritrovamenti, quanto aree nelle quali sono state registrate più testimonianze che sono potute giungere sino a noi attraverso le fonti scritte.

L’antica iconografica riporta spesso immagini di figure di altezza singolare rispetto alle altre inserite nel contesto, notoriamente si tratta di divinità faraoni, Re etc… E’ possibile che questi fossero invece dei Giganti?
E’ vero che talvolta re e i faraoni potevano essere raffigurati più grandi rispetto alle figure circostanti per simboleggiare una loro maggiore importanza o statura sociale, ma alcuni casi possono trarre in inganno. Si pensi alla tavoletta mesopotamica WA91001 da me pubblicata nel libro, la quale ritrae un Anunnaki seduto sul trono accanto a uomini comuni; non si può ritenere che le dimensioni del re fossero simboliche in quanto è risaputo che gli Anunnaki fossero Giganti.

E’ mai venuto a contatto con reperti la cui fattura è attribuibile ai Giganti oppure ossa o scheletri?
Una volta ho ricevuto alcuni denti di grandi dimensioni che ho inviato all’Estero per le analisi del DNA, ma non ne ho avuto più notizia. Altre volte mi hanno fatto vedere dei reperti ossei convincenti ma, purtroppo, non si sono fidati di cedermeli per farli analizzare. Mi auguro che un libro controcorrente come il mio possa spronare chi ha qualcosa da mostrare a renderla disponibile e a collaborare.

Ha notizie di analisi fatte su frammenti ossei attribuiti ai Giganti in cui si è riscontrato la presenza di DNA definibile umano?
Purtroppo no, ma ho notizia di molti ritrovamenti di corpi la cui forma era talmente palese da non richiedere alcun esame del DNA, per lo meno al fine di confermarne l’origine umana. Coloro che sostengono di aver visto gli scheletri interi qui in Sardegna affermano che non v’era alcun dubbio sul fatto che fossero umani e, molte volte, i corpi erano accompagnati da un corredo funebre. So che il famoso Smithsonian Institute ha occultato a più riprese reperti umani abnormi trovati in America, ma non sono al corrente se siano state condotte delle analisi.

Quali spiegazioni si potrebbero dare alla presenza di sei dita e di una doppia fila di denti?
Credo fossero caratteristiche morfologiche peculiari di alcune razze di Giganti, specialmente quelle antidiluviane. Le testimonianze a riguardo non si trovano solo nella Bibbia ma anche nelle tavolette mesopotamiche, trovando conferma in alcuni corpi che sono stati trovati in epoca moderna.

Viste le rilevanti diversità di altezza delle testimonianze, secondo lei appartengono tutti allo stesso ceppo?
Io credo che le differenze di statura possano essere spiegate efficacemente dalla teoria dell’involuzione dell’Uomo che ho sostenuto e documentato nel mio libro avvalendomi di antiche fonti indiane, ebraiche, egizie e caldee. Questa tesi si accorda bene sia con il gigantismo animale e vegetale riconosciuti dalla Scienza sia con il fatto che più i megaliti sono antichi più sono grandi.

Quali sono secondo lei le principali strutture architettoniche che meglio rappresentano questa civiltà e che tecnologie secondo lei avevano sviluppato?
Quelle più colossali come Baalbeck, Cuzco, Stonehenge e addirittura le Piramidi, che secondo me sono costruzioni che precedono il Diluvio avvenuto circa 11.500 anni fa, sono indubbiamente le più rilevanti. Quanto alle tecnologie ritengo possibile che in altre ère l’uomo godesse di uno sviluppo tecnologico invidiabile, ma i cataclismi che si ripetono ciclicamente in lunghissimi archi di tempo ne abbiano cancellato le tracce (ooparts a parte, ovviamente).

Come è possibile che alcune strutture costruttive attribuite ai giganti non abbiamo caratteristiche funzionali all’utilizzo degli stessi ingressi e corridoi interni vedute esterne etc…?
Secondo le antiche cronache gli ultimi Giganti sopravissuti al cataclisma furono impiegati dalla popolazione nella costruzione di strutture megalitiche come i nuraghi, i quali erano comunque destinati a persone comuni e non ai loro costruttori. Le torri di maggiori dimensioni, quelle più antiche, potevano ospitare comunque persone di maggiore statura ed è anche vero che l’altezza di molti architravi può trarre in inganno per via della sedimentazione che depositata in prossimità degli ingressi li rende più bassi.

Alcuni affermano che in realtà i resti di giganti apparentemente umani appartengono ai Gigantopithecus, è secondo lei possibile la seguente tesi?
Talvolta è possibile, soprattutto nel caso delle impronte fossili nella roccia come quelle trovate dal Dr. Rex Gilroy in Australia. Tuttavia, la maggior parte delle testimonianze si riferisce chiaramente a fattezze umane tali da escludere ogni possibilità d’errore.

Fonte: http://www.oopart.it/giganti-le-prove-storiche-di-unantica-esistenza.html

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