24/04/10

Sentito addio al Cardinale Špidlík

CITTA' DEL VATICANO, martedì, 20 aprile 2010 (ZENIT.org).- Papa Benedetto XVI ha voluto essere presente questo martedì alla Messa esequiale nella Basilica di San Pietro per il Cardinale Tomáš Špidlík, dedicandogli una sentita omelia nella quale ha posto l'accento sulla gioia della Resurrezione.

Il Cardinale Špidlík, che aveva 90 anni, è morto venerdì 16 aprile a Roma. I suoi resti verranno trasferiti a Velehrad (Moravia) per ricevere la sepoltura.

Durante il suo intervento, il Papa ha ricordato alcune delle ultime parole pronunciate dal porporato defunto: "Per tutta la vita ho cercato il volto di Gesù, e ora sono felice e sereno perché sto per andare a vederlo".

"Questo stupendo pensiero - così semplice, quasi infantile nella sua espressione, eppure così profondo e vero", rimanda alla preghiera di Gesù: "Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch'essi con me dove sono io", ha spiegato il Pontefice.

"Penso che i grandi uomini di fede vivono immersi in questa grazia, hanno il dono di percepire con particolare forza questa verità, e così possono attraversare anche dure prove, come le ha attraversate Padre Tomáš Špidlík, senza perdere la fiducia".

Benedetto XVI ha affermato che la vita del Cardinale mostrava "la speranza e la gioia di Gesù Risorto", che "sono anche la speranza e la gioia dei suoi amici, grazie all'azione dello Spirito Santo".

"Questa sua testimonianza diventava sempre più eloquente col passare degli anni, perché, malgrado l'età avanzata e gli inevitabili acciacchi, il suo spirito rimaneva fresco e giovanile. Che cos'è questo se non amicizia con il Signore Risorto?", ha aggiunto.

Il Papa ha quindi sottolineato alcune caratteristiche del defunto, come il suo "vivo senso dell'umorismo, che è certamente un segno di intelligenza ma anche di libertà interiore".

"Sotto questo profilo, era evidente la somiglianza tra il nostro compianto Cardinale e il Venerabile Giovanni Paolo II: entrambi erano portati alla battuta spiritosa e allo scherzo, pur avendo avuto in gioventù vicende personali difficili e per certi aspetti simili. La Provvidenza li ha fatti incontrare e collaborare per il bene della Chiesa, specialmente perché essa impari a respirare pienamente 'con i suoi due polmoni', come amava dire il Papa slavo".

La cerimonia è stata presieduta dal decano del Collegio cardinalizio, il Cardinale Angelo Sodano, e concelebrata dagli altri porporati. Il Papa, oltre all'omelia, ha presieduto i riti dell'Ultima Commendatio e della Valedictio.

Dopo aver saputo della morte del Cardinale Špidlík, anche se si trovava in viaggio apostolico a Malta, il Pontefice ha inviato un telegramma di condoglianze al preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Adolfo Nicolás.

Nel testo, ha definito il defunto "insigne gesuita e fedele servitore del Vangelo", e ha ricordato soprattutto la "solida fede, la sua affabilità paterna e la sua intensa opera culturale ed ecclesiale", in particolare come "conoscitore della spiritualità cristiana orientale".

Il contributo al dialogo teologico tra l'Occidente e l'Oriente cristiani da parte del Cardinale Špidlík, e del Centro Aletti da lui fondato, è stato fondamentale negli ultimi decenni, come ha riconosciuto Benedetto XVI il 17 dicembre scorso, presiedendo un'Eucaristia per il compleanno del porporato.

L'attuale direttore del Centro Aletti, padre Marko Rupnik, in alcune dichiarazioni rilasciate alla "Radio Vaticana" ha ricordato che il Cardinale Špidlík è stato suo padre spirituale e maestro di Teologia.

"Padre Špidlík aveva un flusso di persone che venivano a confessarsi da lui praticamente da tutto il mondo, e questo continuamente, fino alle ultime settimane. Tra questi, una grande parte erano sacerdoti e Vescovi", ha affermato.

"Con padre Špidlík abbiamo percorso in macchina più di un milione di chilometri sulle strade d'Europa. Lui cantava sempre: cantava in tutte le lingue. Siccome parlava 15, 16 lingue, allora cantava anche in tutte le lingue europee. Poi, improvvisamente si faceva serio e aprivamo un dialogo teologico spirituale profondo e nel corso di questo dialogo, molto spesso egli cercava di dare un'interpretazione spirituale di ciò che stava succedendo".

In particolare, padre Rupnik ha sottolineato l'importanza che per il Cardinale Špidlík aveva la bellezza che emanava dall'amore e dalla verità. "Il suo continuo osservare il mondo, la storia e il suo continuo commentare la storia, mi sembra un'intuizione sapienziale formidabile del discernimento proprio sul principio della bellezza. La realtà che non si presenta come amore realizzato o come la carne del vero e del bene che è la bellezza, per padre Špidlík non era convincente".


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