08/05/12

Addio al maestro Camilian Demetrescu: «Nuotate controcorrente verso la sorgente della Verità»

Si è spento domenica, a 87 anni, il pittore di origini rumene Camilian Demetrescu

di Mariapia Bruno

«Io, anche se non sono proprio un fiore, sto meglio del mondo in cui viviamo» mi ha scritto, ironico e saggio, il maestro rumeno Camilian Demetrescu in una mail che ci siamo scambiati la settimana scorsa nella quale mi allegava anche le immagini delle ultime opere concluse. Si è spento domenica nella sua casa a Gallese, a 87 anni. Una vita vissuta intensamente, da giovane pittore dell’Unione degli artisti di Romania a esule politico in Italia («dovetti fuggire nel mondo libero»), che rifiutava il paradosso del realismo socialista che imponeva di rappresentare la realtà solo secondo le indicazioni del partito, a grande maestro di opere dai forti contenuti spirituali. Ha disegnato fino all’ultimo regalandoci immagini eloquenti, reali e dirette dei giorni nostri. Pur non negando mai il suo sdegno verso l’imbruttimento della società attuale, nelle sue opere si avverte sempre un sottile e forte senso di speranza che è la luce della fede.
La sua ultima opera è il disegno “Le radici cristiane dell’Europa – I boscaioli di turno”.  A commento della sua creazione il maestro scrive: «Se dovessi raffigurare l’Europa cristiana di oggi in un disegno, farei un tronco d’albero gigante, con profonde radici nella terra, ma reciso seccamente al suolo, impietrito in una desolata cicatrice piatta e grigia, dalla quale spuntano ancora, miracolosamente, alberelli in fiore. Forse i nuovi boscaioli non sanno che le dodici stelle sulla bandiera che sventola oggi nel cielo dell’Europa “unita”, non rappresentano né gli stati fondatori, né le dodici costellazioni politiche del vecchio continente, ma semplicemente – come ha confessato l’ideatore stesso di questo simbolo – le dodici stelle della Vergine Maria, descritte nell’Apocalisse di Giovanni di Patmos (12 – 1) : “Nel cielo apparve un segno grandioso, una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle” (…). Abbiamo faticato per secoli a tagliare quel maestoso albero. La scure della nostra civiltà si è abbattuta contro la quercia della Grande Tradizione, ma la linfa vitale continua a salire, le nuove generazioni stanno riscoprendo le sue radici».
È forse una sorta di testamento questo disegno semplice e chiaro, il cui significato è nascosto nella metafora che il pittore stesso ha voluto cosi raccontare: «Ricordo la parabola medievale dei pesciolini della Senna. Il fiume attraversa la città di Parigi da est a ovest. Nelle sue acque vivono due specie di pesci: i pesciolini magri che si danno un gran da fare nuotando controcorrente, verso la luce del sol levante, verso la sorgente, e i pesci grassi, sonnolenti, che si lasciano portare dal fiume verso le tenebre del ponente. Mi rivolgo a coloro che sono consapevoli della deriva del mondo di oggi. Se sentite i colpi della scure che si abbatte senza sosta sul tronco del Grande Albero, anche voi potete nuotare controcorrente con tutte le vostre forze, verso la sorgente della Verità». Lo ringraziamo per questo regalo.


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