07/01/15

“Il dio mortale” di Dalmacio Negro

Edizioni Il Foglio
Biblioteca di Scienze politiche e sociali
pp. 109, euro 12,00
Nota introduttiva e traduzione di Aldo La Fata


«Lo Stato si è configurato come una nuova Polis, ma imitando la Chiesa. Da un lato ha integrato lo spirito della Polis, una comunità naturale (koinonía) fondata sulla filía, sul sangue: Chiesa (ekklesia) e governo contemporaneamente, rappresentavano l’autorità e il potere della Natura per mezzo degli dèi. Dall’altro, lo Stato si è strutturato prendendo dalla Chiesa, communio spirituale basata sulla fede, elementi come le potestà legislativa, giudiziaria ed esecutiva, alcuni ereditati dall’Impero e, scartata politicamente la Chiesa che rappresentava l’autorità e il potere di Dio, lo Stato ha trattenuto il suo spirito missionario. Ma con una differenza fondamentale rispetto alla Polis e alla Chiesa: il potere dello Stato non si basa sulla potenza o dynamis della Natura, né sul potere di Dio creatore, bensì, come comprese Nietzsche quando parlava di nichilismo e volontà di potenza, su di un potere senza intermediari, esclusivamente immanente, senza altra garanzia che il suo successo: lo Stato – diceva Nietzsche – è il più freddo di tutti i mostri. Nella sua integrità funziona come Stato-Chiesa, assumendo la forma di Stato Totalitario o del Benessere, anche chiamato, molto significativamente, Stato Provvidenza oppure, in quanto fusione di entrambi, Stato Minotauro. Hobbes lo aveva già denominato il dio mortale». (Dalmacio Negro, Dal Capitolo II)

Dalmacio Negro Pavón (Madrid 23 dicembre 1931), docente di storia del pensiero politico e politologo, ordinario emerito della Complutense e dell’Università San Pablo di Madrid, membro della Real Academia de Ciencias Morales y Políticas. Ha scritto alcune decine di libri di argomento filosofico, antropologico e sociologico. Anima, settimanalmente, con le sue lezioni il Seminario de Estudios Políticos “Luis Díez del Corral”.
Per contatti diretti: danepa@gmail.com
 

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