30/04/16

Jean Borella: giudizio sulla Fraternità S. Pio X


Nei giorni scorsi avevo chiesto a Jean Borella di chiarirmi la sua  posizione attuale sulla Fraternità S. Pio X. Il Professore mi ha risposto con la sua consueta amabilità e cortesia come segue.


La fraternité a eu un mérite incontestable, elle a préservé la messe  de toujours (quoique dans un style très XIXè siècle). Elle permet ainsi de sauver son actualité, car le souvenir des  rites et des  gestes s'efface inexorablement. Mais ella a  commis une faute très  grave. Elle a  refusé la main que lui tendait Benoît XVI, le pape le  plus théologien que nous ayons eu et soucieux de maintenir la foi  dogmatique. C'est un crime contre l'unité de l'Eglise, et non  l'oeuvre de l'Esprit Saint. J'attends et j'espère  le retour de la  Fraternité au bercail romain. L'Eglise a besoin de la la présence de  ses fidèles.  
Croyez, Monsieur le professeur, à mes sentiments  amicaux, in Christo Jesu. 

Jean Borella

Traduco all'impronta:

La Fraternità ha avuto un merito incontestabile, ha preservato la messa di sempre (anche se in uno stile molto XIX secolo). Essa ha consentito anche di preservare la sua attualità poiché il ricordo dei riti e dei gesti si cancella inesorabilmente. Ma ha commesso anche un errore molto grave. Ha rifiutato la mano che le tendeva Benedetto XVI, che è stato il papa più teologo e più preoccupato di mantenere la fede dogmatica che abbiamo avuto. E' un delitto contro l'unità della Chiesa e non l'opera dello Spirito Santo. Attendo e spero il ritorno della Fraternità all'ovile romano. La Chiesa ha bisogno della presenza dei suoi fedeli.  
Seguono i saluti e la firma

4 commenti:

  1. Caro Aldo, le parole di Borella mi confermano su quanto già scritto, ossia che sull'effettiva partecipazione di Jean Borella alla Fraternità San Pio X non risultano attestazioni sicure (anzi a questo punto c'è una chiara smentita), ma l'equivoco può esser nato perché, come è avvenuto ed ancora avviene, molti cattolici sensibili all'"esoterismo cristano", hanno dato la preferenza al Vetus Ordo Missae anziché al Novus Ordo. Tutto qui.

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  2. E' così, e d'altronde anch'io leggendo i suoi libri avevo avuto la stessa impressione.

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  3. In realtà, almeno fino agli anni '90 e forse al 2007 (Summorum Pontificum), Borella seguiva le messe della Fraternità che, secondo lui stesso, ha "salvato la messa di sempre". E non è cosa da poco: la messa è il centro della vita cristiana. Se ne deduce che la San Pio X avrebbe salvato il cattolicesimo. Successivamente, come cercavo di spiegare, Borella è divenuto favorevole ad un accordo con Roma, e quindi, essendo questo svanito (per un soffio), è probabilmente "uscito" dalla San Pio X (che comunque è una pia società sacerdotale, secondo il diritto canonico). E' evidente che le "scomuniche" ricevute nel 1996 (da parte dell'abbé Meramo, poi a sua volta espulso, e del vecovo Tissier) non hanno facilitato i rapporti tra Borella e la Fraternità. Ma se uno rimane critico del Concilio anche dopo il "Summorum", continua a collaborare con ambienti "tradizionalisti" (in senso schuoniano) e definisce la missione di Mons. Lefebvre di "ispirazione divina"... Ho varie fonti, che in questo momento, causa lavori in casa, non riesco a trovare. Ma, quando le avrò, le posterò. Grazie.

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  4. Grazie Marco. Io rimango convinto di una posizione più sfumata e meno intransigente dell'ultimo Borella nei confronti del Concilio. Lo provano anche le sue parole su Benedetto XVI (accusato se non erro di "modernismo" dalla Fraternità) e le analoghe aperture nei confronti del magistero di Giovanni Paolo II. Ne riparleremo.

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